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Nutrirsi con consapevolezza: riflessioni su alimentazione ed emozioni

Counseling, Nutrizione

Evoluzione dell’alimentazione: mangiare o nutrirsi, scopri la differenza

In questa pausa legata alle festività natalizie mi sono dedicata alla conclusione di un libro dal titolo “Quiet il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare”, di Susan Cain; è un libro che ho letto con grande piacere e, lungi da me fare la recensione del libro, vorrei prendere spunto da alcune riflessioni che ho fatto per trasportarle a quella che è la mia attività lavorativa.

Il libro descrive una società che premia gli estroversi: più si è brillanti, “social”, spigliati, tanto più si ha la possibilità di ambire a posti prestigiosi nella società, con la tendenza a far sentire sbagliato chi invece è di carattere introverso. Nel libro Susan Cain invita ad accettare la propria introversione, abbracciarla, farne una bandiera, valorizzarne i lati positivi (che sono molti).

Essendo io una introversa, mi sono riconosciuta quando ha sottolineato l’importanza, per chi ha queste caratteristiche, di ritagliarsi spazi di solitudine per “ricaricare le pile”, ho riscontrato quanto in effetti questa sia per me una esigenza, oserei dire, di primaria importanza; ho quindi riflettuto molto sul tema dei bisogni, delle necessità personali: sono temi molto complessi e non desidero focalizzare su di loro questo articolo ma desidero prendere spunto per arrivare a parlare di quelli che sono i

bisogni personali legati al cibo

Con queste premesse entriamo in quello che è il mio ambito lavorativo scoprendo insieme la differenza tra mangiare e nutririsi

Dal dizionario Treccani

Mangiare: ingerire, immettere nell’organismo alimenti solidi e semisolidi (per i liquidi si usa il verbo bere); è riferito soprattutto all’uomo e agli animali forniti di dentatura, per i quali l’atto del mangiare consta di tre successive operazioni: presa degli alimenti, masticazione, deglutizione.

Nutrirsi: fornire a un organismo vivente (uomo, animale, pianta) gli alimenti e in genere le sostanze necessarie per consentirgli la vita, cioè la crescita, lo sviluppo e le funzioni e attività sue proprie

Quanta differenza tra queste due parole che parlano della stessa azione ma che con una (mangiare) si fa riferimento al solo atto fisico, mentre con l’altra (nutrirsi) si parla anche di qualcosa di più, cioè di fornire tutto quanto è necessario (non solo l’alimento di per se) per consentire la “vita” nella sua accezione più ampia.

Quanto siamo realmente consapevoli di quello che ci fa stare bene quando parliamo di alimentazione?

Facciamo esperienza della differenza tra MANGIARE o NUTRIRSI?

Desidero fare due esempi:

Giuseppe” inizia a seguire una dieta, trova scritto nel suo piano alimentare petto di pollo, contorno di verdura e pane. Può decidere di MANGIARE, e quindi si cucinerà il suo petto di pollo alla piastra, ci metterà sopra un po’ di sale e a fianco un po’ di verdura, probabilmente cotta al vapore, sicuramente scondita. Ok tutto bene, ha seguito le indicazioni fornite, è stato “bravo” ma…si è NUTRITO? Quanto tempo può durare una dieta seguita in questo modo? Personalmente la abbandonerei dopo un giorno! Ma…se il pollo “Giuseppe” lo tagliasse a striscioline, ne facesse degli straccetti che saltano in padella con erbe aromatiche, un po’ di vino bianco, o magari un pizzico di curry a dare colore ed un sapore esotico…il petto di pollo potrebbe essere accompagnato con della verdura mista, colorata, anche lei tagliata sottile e saltata in padella.

La stessa indicazione dietetica si è trasformata dal mangiare al nutrirsi, non solo dell’alimento prescritto, ma anche dell’amore che si è usato per preparare quel piatto e, in senso più ampio, nel prendersi cura di sé.

Quanto cambia l’energia di questo piatto?

Pensa adesso ad un cibo che adori, di cui non puoi fare a meno; mi capita spesso quando sono in colloquio, che mi venga detto “dottoressa mi tolga tutto ma non….” Qualunque cibo sia, nasconde un significato che va oltre la natura dell’alimento stesso e mi chiedo: ha senso privarsene completamente perchè “fa male”? Oppure può essere più utile imparare a gestirlo e mantenerlo nella propria alimentazione, per rispettare quello che è il significato profondo che nasconde? E magari, un passo successivo, particolarmente utile, può essere quello di scoprire quale significato porti con se quel determinato cibo

Con il cibo si va a soddisfare non solo quello che è un bisogno primario legato alla sopravvivenza ma anche tutti quei bisogni secondari che fanno riferimento al proprio ambiente, agli affetti, alla propria crescita (non solo fisica) e trovo sia molto interessante poter integrare questi aspetti che riguardano anche la sfera emotiva, a quegli aspetti più pratici che riguardano strettamente l’alimento, i nutrienti, le corrette associazioni alimentari, ecc.

Nella mia pratica lavorativa mi confronto quotidianamente con questi temi, ognuna delle persone che incontro mi racconta una storia: c’è chi inizia a seguire una dieta perchè è il primo passo per ricominciare a prendersi cura di sé, c’è chi vede in uno schema dietetico un aiuto per rispettare le regole, chi trova in un alimento e nel momento che ci si dedica a consumarlo un momento di coccola per se…questi e molti altri esempi che mi vengono in mente verranno approfonditi nel corso di quest’anno in cui vorrei parlare non solo di sana e corretta alimentazione ma anche di tutti quegli aspetti emozionali che ruotano intorno ad essa! Tutto questo per imparare insieme a comprendere la differenza tra Mangiare o Nutrirsi

E tu, che storia racconti?

Photo Credit

Foto di Hermes Rivera su Unsplash

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