
E’ possibile, attraverso metodiche dedicate, valutare la composizione corporea e quindi, tra le varie cose, la composizione in massa grassa e massa magra.
Le metodiche sono diverse, tutte indirette (diretta è possibile solo su cadavere). Nel mio studio, a Genova, eseguo la plicometria e la bioimpedenziometria, ma cosa sono? A cosa servono?
La plicometria va a misurare il grasso sottocutaneo mediante uno strumento denominato plicometro che stima, utilizzando appropriate equazioni predittive, il contenuto totale del grasso corporeo. Una volta calcolato il grasso corporeo, per differenza si ottiene la massa magra (che comprende non solo la massa muscolare ma anche le ossa, l’acqua totale, ecc.). Il numero delle pliche che si prendono in considerazione varia a seconda della persona, della sua corporatura e del grado di attività fisica.
La bioimpedenziometria è una metodica indiretta di valutazione della composizione corporea e la si effettua sfruttando le caratteristiche dei tessuti biologici ed il loro comportamento in seguito al passaggio della corrente elettrica; in particolare l’acqua è un ottimo conduttore di corrente (fornirà quindi allo strumento bassa resistenza), le cellule funzionano come dei condensatori che accumulano e sfasano la corrente (rimandando un valore denominato reattanza), mentre il grasso e le ossa sono cattivi conduttori (fornendo quindi un’alta resistenza alla corrente). Questa metodica di misurazione della composizione corporea consiste nel far passare una impercettibile corrente alternata di bassissima intensità ed alta frequenza attraverso degli elettrodi. Questa corrente, viaggiando lungo il corpo, incontrerà resistenze diverse a seconda della composizione dei vari distretti corporei: il bioimpedenziometro ne registra quindi la velocità e come si modifica, rielaborando i dati elettrici rilevati. Il software andrà quindi ad elaborare le misure elettriche trasformandole in dati clinici sulla base di algoritmi predeterminati. I dati forniti saranno massa grassa, massa magra, massa muscolare e acqua totale. Lo strumento fornisce inoltre il metabolismo basale, calcolato in modo preciso in relazione alla composizione corporea, il sesso, le misure antropometriche e l’età, oltre ad altri parametri utili a fare valutazioni più approfondite sull’andamento del lavoro che si sta facendo.
Meglio la plicometria o la bioimpedenziometria? Le trovo entrambe due metodiche valide, le utilizzo entrambe ed entrambe hanno dei pregi e dei limiti. Pertanto non mi sento di dire che una sia meglio dell’altra e la mia scelta varia in relazione alla persona con cui sto lavorando. Quello che ritengo invece più importante è ripetere la stessa valutazione nel tempo per poter valutare l’andamento del piano alimentare che si sta seguendo, al fine di ottimizzare il mio lavoro.
Perchè effettuare l’analisi della composizione corporea? E’ sempre utile eseguirla quando si inizia a seguire un percorso di educazione alimentare in quanto consente di fare una valutazione iniziale della massa grassa e della massa magra e, in questo modo, l’elaborazione del piano alimentare sarà personalizzato in funzione delle esigenze. Successivamente, il poterla ripetere con regolarità consente di valutare i progressi e soprattutto comprendere l’efficacia del regime alimentare elaborato.
Chi dovrebbe effettuare una analisi della composizione corporea? Sicuramente chiunque voglia intraprendere un percorso di educazione alimentare, sia esso finalizzato alla perdita o all’aumento di peso. Gli sportivi, inoltre, sono dei candidati ideali, in quanto è possibile valutare nel tempo non solo l’efficacia del piano dietetico impostato ma anche del piano di allenamento.
Per quanto riguarda la plicometria non c’è nessuna controindicazione nell’esecuzione del test, mentre per quanto riguarda la bioimpedenziometria è sconsigliata a portatori di pacemaker, apparecchi acustici e placche metalliche.